Esistono un’infinità di ossessioni sulla terra, dal collezionare cianfrusaglie inutili, al mettere solo cravatte in pendant con il calzino, al caffè semi-macchiato in tazza tiepida… Alcune stupide, altre più serie, ma quella che ossessiona da sempre l’artista Eva Jospin è la foresta. E’ il luogo in cui sono ambientate tutte le nostre favole da bambini, un posto pieno di quiete ma allo stesso tempo dove l’uomo viene di continuo messo alla prova. La foresta così diventa il suo tema ricorrente nelle sue opere. Certo dipingere una foresta sulla tela non è una novità, ma scolpirla? Ci avete mai pensato? Lei sì, e per realizzarla ha scelto un materiale super-economico e reperibile: il cartone.
Chi l’ha detto che un’opera d’arte, degna di essere chiamata tale, deve essere costosa?
Eva Jospin prende un cartone e inizia a farne una sagoma, poi il secondo cartone, poi il terzo. Li incolla uno sull’altro, leviga, schiaccia, contorce...fino a creare un magnifico gioco di volumi, di pieni e di vuoti, di rami, arbusti, radici e cortecce. Facendo poi girare il tutto a 360°, intitolando così l’opera: le Panorama. Ripensando al nostro tour dei Passaggi coperti parigini, mi sono ricordata che davanti a uno dei passaggi su Boulevard Montmartre ci fermiamo a raccontare dell’esistenza agli inizi del 1800 di 2 torri panoramiche dal diametro di 17 metri al cui interno furono esposte delle tele en trompe-l’œil dell’ingegnere americano Robert Fulton, un enorme successo, come anche quello con la veduta di Costantinopoli di Pierre Prévost, adesso al Louvre. Possiamo dire che il panorama forestale di Jospin si comprende solo così, nella continuità di quelli passati.
Quindi decido di andare a vederne finalmente uno dal vivo, è installato per la prima volta in esclusiva dal 12 Aprile nella Cour Carré del Louvre. E quando mi ricapita? Il Panorama in questione, che ospita la foresta, è un ottagono di specchi, espediente ideale per installare un’opera contemporanea in un luogo così sacro come il Louvre. La forma non interrompe mai la bellezza delle sue facciate rinascimentali ma ne riflette le decorazioni, la pietra, i passanti. Passo attraverso la fessura tra gli specchi, si apre un corridoio circolare nel buio… sembra di non arrivare mai da nessuna parte. Poi all’improvviso… proprio come se fossi in una foresta, un inquietante alto rilievo, si alternano zone fitte fitte impenetrabili ad altre con delle schiarite. Dopo il primo impatto tutto sembra quasi accogliente. Peccato non possa filtrare il sole, chissà che gioco di luci potrà fare, mancano solo gli uccellini che cantano. Eva Jospin è riuscita così a rendere eterno il cartone, un materiale che per molto di noi ha breve durata, è provvisorio, si prende e si rigetta.
Allora andate anche voi, rilassatevi, sentitevi protetti dalla foresta, perdetevi in questa foresta, e ritrovatevi. Avete tempo fino al 28 Agosto, poi partirà per un viaggio intorno al mondo.